Casa: Fimaa-Confcommercio, compravendite +5% nel 2018, giù prezzi

Crescono in media del 5% nel 2018 le compravendite immobiliari residenziali, nelle grandi citta’, nei capoluoghi di provincia e nei comuni minori italiani, rispetto all’anno precedente. Ma l’andamento di compravendite e prezzi degli immobili non va ancora di pari passo: il dato medio nazionale segna infatti un calo dei valori dell’1,4%, con ribassi fino al 2,4% se si considerano le citta’ minori (non capoluogo di provincia).

E’ quanto emerge dai dati preconsuntivi del mercato immobiliare residenziale, relativo all’anno 2018, raccolti dall’Ufficio Studi Nazionale Fimaa – Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari (12 mila agenzie immobiliari associate per oltre 40 mila operatori) aderente a Confcommercio-imprese per l’Italia.

Le risposte fornite dagli operatori FIMAA (attraverso un questionario online) hanno permesso di tracciare un quadro congiunturale e significativo del mercato immobiliare del 2018, suddiviso per grandi citta’ (con piu’ di 300.000 abitanti) capoluoghi di provincia intermedi (con popolazione ricompresa tra i 100.000 e 300.000 abitanti) capoluoghi di provincia piccoli (con popolazione inferiore ai 100.000 abitanti) e citta’ minori (non capoluogo di provincia).  Lo studio, che riporta anche le previsioni del mercato per il 2019, e’ riferito per l’86,9% ad abitazioni usate e per il 13,1% ad abitazioni nuove. L’indagine rivela, per il 2018, uno sconto fino al 12,5% rispetto al prezzo di vendita richiesto e un tempo medio di 7 mesi per collocare una abitazione sul mercato. La tipologia di immobile piu’ richiesta? Il trilocale nei capoluoghi di provincia; residenze con superfici maggiori nei comuni minori (non capoluogo di provincia).

A patto che le aspettative per il Pil non risultino disattese e rimangano positive anche per il 2020, per il 2019 si prevede una crescita media del numero delle compravendite residenziali di circa il 9% rispetto all’anno 2018, trainate da un aumento dei consumi delle famiglie e delle esportazioni. Gli scambi cresceranno maggiormente nelle grandi e medie citta’, saranno invece stabili nei capoluoghi con popolazione al di sotto dei 100 mila abitanti e nelle citta’ non capoluogo. I prezzi degli immobili resteranno stabili nelle grandi aree urbane del Paese, a eccezione della citta’ di Milano che registrera’ valori in leggera risalita, mentre saranno in calo sulle restanti aree minori. La domanda del prodotto usato, in rapporto alla prevalente offerta, potra’ produrre un’ulteriore contrazione dei prezzi a vantaggio degli acquirenti.

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