Rinnovo delle concessioni di commercio su aree pubbliche Errico (Fiva Confcommercio): La legge c’è. Sia applicata

Ad oggi non c’è nessuna norma che proroga le concessioni al 2023. Lo fa rilevare la FIVA CONFCOMMERCIO a proposito di recenti manifestazioni di protesta svoltesi nel Lazio.
“In realtà – afferma Giacomo Errico, Presidente nazionale della Fiva – la disposizione di cui all’art.181 comma 4-bis DL 34/2020 è tuttora vigente e non c’è alcun atto normativo di abrogazione o di modifica. E’altrettanto vero, però, che a seguito di alcune sentenze del Consiglio di Stato e di TAR, alcuni Comuni hanno interrotto i procedimenti di rinnovo in attesa di chiarimenti da parte del Governo.”

“Giova ricordare – prosegue Errico – che Fiva si è sempre opposta alle proroghe che una politica compiacente ha fatto in questi anni, ritenendo he esse andassero contro le esigenze di certezza delle imprese. Ancora e ben prima della scadenza dell’ultima proroga, cosiddetta pandemica, avevamo concordato con Governo, Anci e Regioni una norma che avrebbe risolto definitivamente la questione ma per ragioni a noi sconosciute essa non ha visto la luce.”

“Governo e Parlamento devono dire una parola chiara – afferma ancora Errico – e assumersi la responsabilità di far rispettare le leggi. Se stiamo dentro la Bolkestein allora bisogna con urgenza provvedere a determinare i criteri di riassegnazione privilegiando la professionalità
acquisita. Se invece stiamo fuori dal suo ambito di applicazione – come ad oggi pare che sia (e che è) allora i Comuni debbono procedere in tal senso. Ma non si può lasciare una categoria, già alle prese con le difficoltà della crisi economica, abbandonata e alle prese con una
burocrazia sorda alle sue esigenze.”

“Sono evidenti – conclude Errico – le responsabilità della politica e degli apprenditi stregoni che si ostinano a non voler considerare il nostro comparto come formato da imprese, ricorrendo continuamente a mezzi e mezzucci di fortuna e di stampo elettoralistico e a raccontare storie e storielle agli operatori.”

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