Confcommercio Lazio, Salvatore Di Cecca: “Il futuro non (si) chiude”

di Katiuscia Laneri – E’ appena trascorsa la Pasqua, la seconda in lockdown in oltre un anno di pandemia, affrontata da tutti con la stessa speranza di rinascita e ricostruzione di dodici mesi fa soprattutto per le imprese, gli esercenti e gli artigiani. Invece, il  nuovo Decreto vigente dal 7 aprile non prevede riaperture per tutto il mese, ci saranno solo zone rosse o arancioni. Sulla questione abbiamo sentito Salvatore Di Cecca, direttore Confcommercio Lazio Sud:

Qual è la vostra posizione a riguardo?
“Le imprese del terziario sono di fronte ad una situazione estrema: sostegni del tutto insufficienti e, alla luce del nuovo decreto, prospettive di riaprire un miraggio. Servono, invece, subito riaperture progressive e in sicurezza. Serve soprattutto, prima che sia troppo tardi, la svolta tanto attesa e un deciso cambio di passo del governo Draghi che ancora non si vede. Le risorse sono del tutto insufficienti e la riapertura in sicurezza delle attività ancora un miraggio. Bene che si sia archiviato il meccanismo dei codici Ateco, raccogliendo peraltro una nostra richiesta, ma la platea di beneficiari è molto ampia e l’indennizzo medio è di appena 3.700 euro. Una cifra che non tiene conto della drammaticità della situazione a partire dall’impatto sul terziario di mercato di un crollo dei consumi prossimo, nel 2020, ai 130 miliardi di euro. E ancora chiediamo che si prenda atto dell’evidente insostenibilità economica e sociale del ricorso alle chiusure. È necessario concentrarsi sul decollo della campagna vaccinale e fare di tutto per consentire riaperture in sicurezza. Associazioni e imprese sono pronte a fare la propria parte: tutta e sino in fondo. In ogni caso, le scelte adottate vanno spiegate. Anche perché continuiamo a non comprendere, ad esempio, perché i ristoranti non possano lavorare mantenendo le distanze di sicurezza e i protocolli sanitari. O perché i negozi di abbigliamento non siano ricompresi tra le attività essenziali, e che rischiano di saltare ancora una “stagione” decisiva per la tenuta delle attività. Così come i mercati che si svolgono, tra l’altro all’aperto. E proprio i pubblici esercizi di FIPE Confcommercio, manifesteranno il 13 aprile prossimo a Roma per chiedere al Governo ed alla politica un impegno preciso: una data della ripartenza ed un piano per farlo in sicurezza. Servono indennizzi più adeguati, più inclusivi e più tempestivi. E servono anche la proroga della moratoria sui prestiti bancari in scadenza a giugno, nonché l’allungamento dei tempi di rimborso dei prestiti bancari assistiti da garanzie pubbliche a non meno di 15 anni. Ancora, moratorie fiscali decisamente più ampie. E bisogna intervenire sulla TARI: una vera assurdità visto che le imprese devono continuare a pagare questo tributo anche se sono chiuse e non producono rifluti. E poi il nodo dei canoni di locazione degli immobili commerciali: il credito d’imposta va riproposto e la riduzione dei canoni va incentivata anche fiscalmente». Senza dimenticare I centri storici delle nostre città che rischiano la desertificazione per affitti alti e smart working. Il Presidente Draghi ha detto che i tempi per un accordo globale sulla web tax sono maturi. Bene. Perché un’equa web tax è più che mai necessaria ed urgente”.

Quali progetti ci sono in campo, a supporto delle imprese, da parte di Confcommercio Lazio Sud?

“Assistenza sindacale, formazione, welfare, assistenza al credito. In tema di welfare, l’EBIT Lazio (Ente Bilaterale Territoriale del Terziario), costituito pariteticamente dalle Associazioni territoriali di Confcommercio, Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs di Roma e Lazio, assicura uno strumento condiviso, per favorire i servizi alle imprese e la crescita professionale agli addetti del settore attraverso la formazione. In tal senso segnaliamo che da pochi giorni è entrato in vigore il nuovo regolamento welfare per il Bonus Covid-19, in favore di lavoratori e aziende, che si affianca a quello per l’acquisto di dispositivi anticontagio per le aziende. Parlando di formazione, il fondo interprofessionale For.Te., per la formazione continua dei dipendenti delle aziende aderenti, rappresentativo dei diversi settori economici e del tessuto imprenditoriale del Paese. L’adesione costituisce un’importante opportunità per le aziende di finanziare, senza aggravio di costi, la formazione dei propri dipendenti partecipando agli Avvisi emanati dal Fondo. E poi assistenza al credito che viene garantita da uno sportello dedicato, che fornisce consulenze e affianca le imprese anche nella gestione dei rapporti con gli istituti di credito convenzionati, per l’ottenimento della garanzia pubblica rilasciata dal Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese – ISMEA per il mondo dell’agricoltura. Il servizio di consulenza finanziaria e assistenza alle imprese per l’ottenimento della garanzia pubblica, offerto da Confcommercio, consiste pertanto nella preparazione della documentazione necessaria per l’ottenimento della garanzia pubblica”.

Che risposta c’è stata al bando regionale per la promozione turistica?

“Un’ottima risposta! La Regione Lazio con la pubblicazione del Bando dedicato al rilancio delle destinazioni turistiche e rivolto a Fondazioni di partecipazione o Associazioni riconosciute costituende e/o costituite, ha voluto perseguire l’obiettivo di promuovere programmi di intervento volti alla valorizzazione dei poli di attrazione turistica e del patrimonio esistente, in termini di risorse e competenze. Confcommercio Lazio Sud ha condiviso aderendo sin da subito al Bando regionale; in una stagione così critica per la ripresa, il Bando DMO (Destination Management Organization) rappresenta uno strumento utile e concreto a sostegno delle realtà produttive del territorio. Il Bando, in particolare, focalizza l’attenzione sul Turismo, uno dei primi settori ad essere colpito dagli effetti – in gran parte purtroppo non ancora quantificabili – dell’emergenza epidemiologica in atto e che sarà probabilmente il più lento a riprendersi; occorrono finanziamenti, misure puntuali ed una strategia specifica capace di generare nuovi flussi economici in entrata per restituire vitalità ad uno degli elementi di identità più forti della nostra realtà regionale. Oggigiorno ci sono tanti modi per sostenere il turismo, l’importante è fare attenzione a non sacrificare i suoi naturali alleati – cultura, sport, ambiente, arte e storia, enogastronomia – e proprio su questi segmenti la Regione Lazio assicura interesse e volontà di potenziamento in quanto espressioni di un’unica realtà territoriale complessa e variegata. Al territorio si chiede di esprimere proposte progettuali orientate al miglioramento del posizionamento turistico, a sostenere i prodotti tematici, a promuovere sia il prodotto che la destinazione, ad incrementare la quota di internazionalizzazione, a rafforzare la presenza sistematica sul web migliorando l’innovazione degli strumenti dei comunicazione ed intercettando nuove modalità di diffusione dell’informazione turistica, a creare un’offerta integrata ed articolata di servizi attraverso l’organizzazione degli attori territoriali. Progetti, in sintesi, capaci di rafforzare e qualificare la narrazione dei punti di forza e delle eccellenze turistiche locali creando, al contempo, nuove e importanti occasioni per superare i limiti della piccola dimensione”.

Quali le proposte in campo in vista della stagione turistica orami alle porte?

“Vaccini, tamponi, programmazione e promozione dell’offerta turistica italiana. Lo strumento è il PNRR, che però deve dare più spazio al turismo di quello previsto nello schema approvato dal Governo precedente». Passaporto vaccinale e luoghi Covid-free devono essere considerati non possibilità ma urgenze. Va fatta da subito una cabina di regia per preparaci almeno per l’estate. Sul passaporto vaccinale, che l’Europa varerà a breve, non devono esserci né dubbi né incertezze: bisogna adottarlo subito e crederci con convinzione”.

“Il futuro non (si) chiude”, quali gli obiettivi della campagna nazionale di   Confcommercio?

“Il Futuro non (si) chiude, oltre ad essere un grido d’allarme per la situazione drammatica che le imprese stanno vivendo in questo delicato momento storico, è il claim della nuova grande campagna social nazionale di Confcommercio, caratterizzata da un forte impatto visivo ed emotivo, che coinvolge l’intero Sistema attraverso le Associazioni territoriali e le Federazioni. Obiettivo dell’iniziativa è quello di raccontare la crisi, il sentiment ma anche la voglia di ripartire degli imprenditori, nonché la disperazione, ormai generalizzata, che investe l’intero settore del terziario di mercato. Ma soprattutto, sostenere la necessità e l’urgenza – condivise da tutte le imprese associate – di consentire, nel rispetto delle regole e dei protocolli di sicurezza, la riapertura delle attività per scongiurare le drammatiche chiusure di imprese e la perdita di posti di lavoro. Nello slogan Il Futuro non (si) chiude ogni parola assume una valenza significativa. Il Futuro è un termine che torna spesso nelle domande di una società rimodellata su nuove esigenze e dinamiche socio-economiche e che coinvolge dal singolo alla collettività, dal commercio all’urbanistica postpandemica, ripensando in chiave funzionale i collegamenti con le comunità locali. Aspetto, quest’ultimo, fondamentale per impedire la desertificazione commerciale e consolidare la realtà delle economie urbane. Il (si) individua il peso della responsabilità nella gestione dell’emergenza Covid-19 che poteva essere gestita sicuramente con meno incertezza e più programmazione, senza ricorrere necessariamente sempre al più chiusure come se fosse l’unica via percorribile. Ad accompagnare visivamente lo slogan Il Futuro non (si) chiude saranno gli scatti fotografici d’autore dal forte impatto emotivo che mostrano, nel modo più realistico possibile, gli effetti della pandemia nel mondo del terziario, offrendo una veritiera e autentica “fotografia della realtà”.

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